Un romanzo breve, di formazione. Un romanzo che racconta la vita di un “Io” alla ricerca della vera natura dell’uomo, delle sue passioni, dei suoi ritmi. Una vita che gioca le sue carte in una città, Roma, descritta in uno stato di tempo sospeso, quasi onirico. Da un cuore incolonnato sotto Termini sino alla scoperta di una Torre kafkiana, dove dimora il segreto di tutto. Un viaggio accompagnato da un libro premonitore, che ne segna il tragitto. L’Io che ripercorre una realtà apparente. Tutto quello che sembra non è, o quasi. Tutto è rovesciato. Barboni dal sangue blu, donne che scappano dal loro essere madri, vite casa-lavoro di giovani impiegati. Ma ad un certo punto tutto cambia, la svolta. Ci si da man forte l’un l’altro per non soffrire, per una rivincita che potrebbe essere rinuncia, ma al contempo anche rinascita. Si riscopre un nuovo punto di vista: la fuga, l’evasione verso una meta: la Torre. Verso un’emancipazione etica, la scoperta di un uomo nuovo.
Tutto è in continua trasformazione, si passa attraverso temi importanti quali l’amore, i figli, la famiglia, il lavoro e gli altri. Anche il linguaggio è un evolversi continuo, si parte da un linguaggio quasi ammanitiano per giungere ad uno più maturo. È stata studiata – perché i libri che si scrivono si studiano anche – una formula tale da inserire anche elementi classici, la storia, la poesia. Ne emerge una scrittura ritmata, dove le parole hanno una loro precisa allocazione, dove i respiri e le pause sono importanti, dove si ha il tempo di soffermarsi a pensare. In realtà il libro è proprio di chi lo legge, il lettore ne viene come risucchiato sino all’ultima pagina, quando finalmente potrà chiudere gli occhi e viaggiare da sé.
Ognuno è un dio, ognuno è padrone dei propri mondi dove circumnaviga i propri pensieri.